Il Paradosso di Jevons: il nuovo termine che devi sapere per essere un esperto di AI
- micheleventurini92
- 30 gen
- Tempo di lettura: 3 min
C'è un termine inglese che mi incurisce molto, si tratta della parola "Jargon". Il termine si riferisce ai classici "paroloni" e al gergo complicato che gli esperti di un determinato settore usano per far capire che sono esperti di un determinato settore.
Il Paradosso di Jevons è l'ultimo termine di tendenza che devi conoscere per dimostrare di essere esperto di AI.
Dopo aver padroneggiato l'epidemiologia durante la pandemia e geopolitica dopo l’invasione russa dell’Ucraina, molti “esperti” di Twitter (ora X) si sono buttati sull’intelligenza artificiale.
Dopo che, qualche giorno fa, DeepSeek ha sconvolto l’intero settore – creando un modello apparentemente superiore a Chatgpt spendendo "solo" 5 milioni di $, a fronte dei miliardi spesi da OpenAI – un nuovo termine è diventato imprescindibile per chiunque voglia inserirsi nel dibattito sul futuro dell'AI. Questo termine é il Paradosso di Jevons, con il traffico alla relativa pagina Wikipedia che è schizzato alle stelle questa settimana.

Cos’è il Paradosso di Jevons?
Il Paradosso di Jevons prende il nome dall’economista britannico William Stanley Jevons, che nel XIX secolo fece un’osservazione controintuitiva: l’aumento dell’efficienza nell’uso del carbone per le macchine a vapore non portò a una riduzione della sua domanda, ma a un incremento. In altre parole, quando una tecnologia diventa più efficiente, il costo dell’uso della risorsa diminuisce, il che porta a un aumento della domanda complessiva.
Il concetto si applica a numerosi settori, dalla produzione energetica ai trasporti, e oggi sta tornando di moda nel dibattito sull’intelligenza artificiale.
L’AI e il Paradosso di Jevons
Recentemente, il settore tecnologico ha assistito a un terremoto con lo sviluppo di modelli AI più efficienti e meno costosi, come DeepSeek. Quest'ultimo modello ha scosso l’intera industria e fatto perdere centinai di miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato alle big tech Usa collegate al settore dell'intelligenza artificiale.
L’idea di fondo è questa: se l’AI diventa più efficiente, significa che serviranno meno chip avanzati e meno energia per ottenere gli stessi risultati? O, al contrario, proprio grazie alla riduzione dei costi, la domanda di AI esploderà, aumentando la necessità di chip e data center?
Due scuole di pensiero
Ci sono due modi di interpretare il Paradosso di Jevons applicato all’AI:
L’AI più efficiente significa meno domanda di risorse Se nuovi modelli AI come DeepSeek riescono a ottenere gli stessi risultati con meno risorse, potremmo assistere a un calo nella domanda di chip avanzati (come quelli prodotti da Nvidia etc.) e nella necessità di infrastrutture energetiche per alimentare questi sistemi.
L’AI più efficiente stimolerà ancora più domanda Se il costo dell’AI diminuisce, le aziende saranno incentivate a utilizzarla ancora di più in settori dove finora era proibitiva. Questo potrebbe portare a una crescita esponenziale nell’adozione dell’intelligenza artificiale, aumentando la necessità di più chip, più energia e più data center, anziché ridurla.
Dove sta andando il mercato?
All’inizio, il mercato sembrava propendere per la prima ipotesi, con un crollo delle azioni legate ai chip e ai data center. Tuttavia, già il giorno successivo, il sentiment era cambiato: Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha citato esplicitamente il Paradosso di Jevons per spiegare perché l’uso dell’AI è destinato a schizzare alle stelle.
Se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che rendere una tecnologia più efficiente e accessibile non ne riduce l’uso, ma ne espande il potenziale di crescita. L’AI potrebbe seguire la stessa traiettoria: diventare più economica, ma contemporaneamente più onnipresente.
Conclusione
Il Paradosso di Jevons ci ricorda che l’efficienza tecnologica non porta sempre a una riduzione dell’uso di una risorsa, ma spesso ne aumenta la domanda. Se applicato all’intelligenza artificiale, questo principio suggerisce che, invece di ridurre il bisogno di chip e infrastrutture, l’AI più efficiente potrebbe renderne l’adozione così diffusa da amplificare il fabbisogno di risorse.
La storia del carbone potrebbe ripetersi con l’AI. E se il Paradosso di Jevons ha ragione, il futuro dell’intelligenza artificiale non sarà solo più efficiente, ma anche più grande e diffuso di quanto immaginiamo
Alla prossima,
Michele


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